IL SAXOFONO ITALIANO

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di Galante, Carlo

Zaide o la chiave dell'illusione

Voci & Ens+ S/A - 2006 - 70'

Dettagli opera

Opera-Cabaret con oganico costituito da Cl. sib (anche Cl.basso) Sax alto (anche Sax sopr.) - Perc. - Piano- Quintetto d'archi. S.- MS.- Attore (cantante)
Prima esecuzione il 22.09.2006 presso il Castello di Acaja di Fossano da parte di Cristiano, Regazzo, Canavacciulo. Ensemble Conservatorio di Cuneo. dir. N.Conti, regia P. Viano.

 


Commento all'opera

«La storia e i personaggi di Zaide o la chiave dell’illusione si richiamano all’immaginario mozartiano. La musica trae origine da un’aria dell’opera di Mozart Zaide giuntaci incompleta: il materiale musicale di questa bellissima aria, continuamente variato, disegna il personaggio di Zaide, ma in maniera più o meno palese suggestiona l’intera partitura.
Il “sound” orchestrale è però decisamente contemporaneo: oltre a un più classico quintetto d’archi (usato spesso in modo tutt’altro che convenzionale), una tastiera elettrica, un sax alto, un clarinetto basso e una nutrita compagine di percussioni si incaricano di trovare colori vivaci e aggressivi, adatti a una vicenda che è al contempo surreale e malinconica, proiettata in un futuro indistinto.
Il Signor Mozart è un clone specializzato nella programmazione, costretto a lavorare per la multinazionale di Soliman a un nuovo videogioco interattivo che quest’ultimo vuole lanciare sul mercato. Zaide è la donna virtuale fatta creare da Soliman per esserne la protagonista. Si è ancora in una fase sperimentale: il videogioco prevede che Zaide interagisca con chi gioca, quindi potrà apparire e comportarsi in modo diverso a seconda dei giocatori. Il Signor Mozart, anziché limitarsi a formulare gli algoritmi necessari al videogioco, cerca segretamente uno strano codice in una stringa di note, ricerca che si trasforma ben presto in ossessione. Viene minacciato da Soliman, che poi impone ad Allazim, altro clone più anziano anche lui al suo servizio, di costringerlo a tornare al proprio lavoro. Intanto, dal misterioso codice musicale – la “chiave” – il Signor Mozart fa apparire Zaide. Allazim gli spiega che deve assolutamente desistere: Zaide è un brevetto di Soliman, l’ha fatta programmare per il videogioco a sua immagine e somiglianza, è la sua creatura femminile ideale, e gli renderà molto denaro. Gli dice che lui, il Signor Mozart, non è altro che un clone, programmato per una precisa funzione, e come tale non può ribellarsi. Ma ormai il Signor Mozart considera Zaide una propria creazione, della quale si è, inevitabilmente, innamorato. Allazim e la stessa Zaide lo avvertono che da lì in avanti la realtà si farà per lui sempre più confusa, e una volta entrato nel videogioco rischierà di non poterne/volerne più uscire.
Come il protagonista, anche il testo è replicante, e amalgama più registri in un gioco citazionistico. Fra parodia, kitsch e travestitismo, in un’ibridazione che rimanda a vari cliché mozartiani, la vicenda si snoda in uno scenario via via più grottesco, fino a un epilogo all’insegna del paradossale, per un lavoro che si connota soprattutto come una riflessione sull’atto creativo dell’artista.»


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