«[...] dovevo lavorare ad un quartetto per archi, ma non mi decidevo mai; rinviavo "sine die", forse perchè ritenevo eccessivamente [...] impegnativo affrontare una formazione così ficca di tradizione e di riferimanti illustri [...] un quartetto sì, ma con una carica espressiva particolare!
Così come temevo la più "classica" formazione per archi, ero invece attrattissimo dal suono penetrante, dolce, suadente, dal timbro quasi ... umano del Saxofono. (...) Un amore mutuato da generi "extra colti", forse, esplorati con 'l'occhio e l'esperienza' particolarissimo filtro poetico di 'grandi' della Musica del nostro secolo (Ravel, Debussy, Gershwin, Maderna ecc.)... (...) Mi venne così in mente che potevo realizzare un'idea "a sviluppo gestuale [...] bloccato", tipologia formale e sonora che mi attirava allora, me che mi appariva troppo "scarnificata", se affidata ad un organico dal suono "scopertissimo" come quello del quartetto d'archi classico [...] (...) Mi serviva un tipo di suono che sgorgasse come dal di dentro, un po' languido, ma anche "non storificato" (nel senso di "formalizzato" quanto all'impatto immediato sull'ascoltatore standard, per via di richiami immediati ad una tradizione "storico formale")... riflettendoci, questo tipo di suono poteva essere proprio quello di un piccolo suono di Saxofono, collegati magari con amplificazione e live electronics. [Nella illustrazione tecnica del brano chiarirà tale considerazione [...] l'uso dei "microtoni" e dei "multifonici" vuole essere funzionale ad un'idea compositiva di "suono nuovo", da pensarsi quasi alla stregua di "suono elettronico" o modificato attraverso trasformazione elettroacustica del suono naturale dei 4 Saxofoni. [..in definitiva..] è una "piece" quasi "acerba", una musica rudimentale ed un po' allo stato "larvale": l'elemento "tempo" è come fermato e "passato" ad una emozionante però! moviola [...] Ed ecco l'immagine del 'tempo bloccato', o magari più modestamente 'solo rallentato', alla quale fa riferimento poeticamente il titolo (...)».