IL SAXOFONO ITALIANO

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di Cacciatore, Maurilio

Folletti traditori

Fl T V Va Vc L.el - 2023 - 25'

Dettagli opera

per flauto, sassofono Tenore (ma Mario chiarisce “suono il tenore, più il chiver del sax alto, più il flauto a coulisse..”), violino, viola, violoncello, live video, lighting e live electronics.
Commissione Milano Musica la cui Prima Esecuzione Assoluta sarà tenuta il 24 maggio 2023, da parte del Syntax ensemble, artist-in residence 2023-2024 (Ayako Okubo flauto in do e flauto contrabbasso, Mario Marzi sassofoni, Francesco D’Orazio violino, Clara Belladone viola, Fernando Caida Greco violoncello, Maurilio Cacciatore live electronics, Andrew Quinn video in tempo reale), presso il Meet Digital Culture Center Theater, in occasione del 32° Festival Milano Musica.

ESZ News 89:- 02/23 Folletti traditori per flauto contrabbasso (anche flauto in Do), saxofono soprano e tenore, violino, viola, violoncello, quest’ultimo commissione dell’Associazione Milano Musica, in prima esecuzione assoluta.


Commento all'opera

..del ciclo Trilogia dei folletti, Ecco perché ho paura dei folletti per flauto contrabbasso amplificato, Ho fatto amicizia coi folletti, quattro pezzi per saxofoni contralto, tenore, soprano e live electronics, e Folletti traditori per flauto contrabbasso (anche flauto in Do), saxofono soprano e tenore, violino, viola, violoncello, così Maurilio Cacciatore presenta l’intero progetto: «A volte il titolo di un brano segue la sua scrittura e in qualche modo diventa pilota del senso extramusicale cui quel brano vuole rimandare. Altre volte è dettato da contingenze formali, letterarie o sulla base di dove e come tale pezzo sarà eseguito. Ci sono sicuramente molte altre ragioni che possono spiegare come e perché si scelga il titolo di un brano, ma credo che nel mio caso la motivazione sia abbastanza singolare: fin da ragazzo sognavo di dare a un brano come titolo Ecco perché ho paura dei folletti. L’occasione arrivò nel 2019 con il brano per flauto contrabbasso, video ed elettronica che rappresenta il primo numero di quella che poi sarebbe diventata una trilogia. Questo effettivamente non l’avevo considerato; ho aspettato molti anni prima di concepire una musica con un’esigenza compositiva che potesse adattarsi al titolo del primo numero. La ricerca strumentale che conduco da alcuni anni sulle tecniche estese per gli strumenti a fiato è stata l’occasione per andare avanti e immaginare che il primo lavoro potesse avere un seguito. In verità, non ho inventato niente; sto solo formalizzando una tecnica, quelle delle percussioni di chiave, che a mio avviso è stata sovente utilizzata al minimo delle sue potenzialità e senza un vero studio circa i risultati sonori e timbrici che ne possono derivare. L’uso dei legni alla stregua di strumenti a percussione porta questa famiglia in un territorio lontano dall’immaginario sia degli ascoltatori sia degli strumentisti: imparare a suonare gli strumenti in altro modo, anche se tenendo sempre conto il rispetto della fisiologia dell’esecuzione strumentale, può essere all’inizio frustrante. I brani per saxofoni scritti nel 2021 in un progetto promosso dallo studio Art Zoyd sono stati l’occasione per continuare l’esplorazione dei battiti di chiave su questi altri strumenti; trattandosi della stessa tecnica del brano per flauto contrabbasso, ma essendo la nuova commissione per pezzi a carattere pedagogico, ho pensato di declinare l’aspetto metaforico che il titolo esprime a un contesto più ludico, vuoi anche perché l’idea dei saxofoni come strumenti a percussione metteva in me uno stato d’animo di sorprendente felicità. Vennero così i quattro brani (due per saxofono contralto, saxofono tenore e saxofono soprano) di Ho fatto amicizia coi folletti. Alla fine di questi lavori mi rendevo conto che, per conquistare il mondo sonoro sopra descritto, avevo perso altri aspetti importanti: lo sviluppo armonico, che a me piace pensare come “verticalità” della musica, aveva ceduto il passo al lavoro “in superficie” creato con le texture dei suoni scelti e scritti. Anche i respiri nei tubi, comuni a entrambi i lavori e che si oppongono ai suoni corti delle percussioni di chiave, trasmettono altezze che riescono a sfuggire dal concetto di armonia come tutti lo possiamo intendere. Ecco allora che l’occasione di questo brano, commissionatomi dal Festival Milano Musica, è da un lato l’occasione per estendere il mondo sonoro trovato agli archi e, dall’altro, l’occasione per provare a tradirlo. Il tradimento è un atto controverso e su cui si potrebbe discutere per pagine, ore, sotto innumerevoli punti di vista. Rompere la fiducia tra i legami forti creati a favore di quelli più deboli è il vettore che regge la forma di questo lavoro: tutto il ciclo, però, vive in una dimensione fiabesca, e allora possiamo osservare la trasformazione, o il tradimento, del mondo creato, senza giudizi di biasimo. Con il trio d’archi, ritornano i flauti e i saxofoni, insieme con un’elettronica dalla presenza importante. Il video in tempo reale che sarà creato da Andrew Quinn su tutto il ciclo estenderà i significati descritti e s’integrerà in maniera importante nella partitura. Mentre scrivo questo testo sto ancora lavorando sul brano e tanti sono i dubbi su come condurre e far finire questa fiaba, ma sono convinto che il rapporto tra audio e video in tempo reale, quando intimo e pensato fin da subito nella concezione di una composizione, non possa ridursi solo a una meccanica relazione causa-effetto governata da un parametro audio o un altro. Tutto deve contribuire a portare gli ascoltatori nella dimensione fiabesca che i tre lavori sottintendono; d’altronde, una Trilogia dei folletti non può fare altro che farci sognare un po’ ad occhi aperti».

ESZ News 89:- 02/23


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