IL SAXOFONO ITALIANO

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di Fedele, Ivan

Volo

T & O. - 2013 - 18’30” - Edizioni Suvini Zerboni - 14340SC/14341MN

Dettagli opera

Concerto for tenor saxophone & orchestra (4 Perc. [2 Vibr., 2 Mr.] - Piano – Strings).

La prima esecuzione assoluta del brano, il 16 aprile 2015 presso il Teatro Dal Verme a Milano, è stata affidata all’Orchestra de I Pomeriggi Musicali, affiancata per l’occasione dal sassofonista David Brutti e diretta da Marco Angius. 


Commento all'opera

«“Volo” si articola in tre sezioni di “natura” diversa, tre “paesaggi” sui quali volteggia ad ampie volute oppure plana radente, con improvvise picchiate o repentine impennate l’ “alato” sax solista. Queste sezioni/paesaggi possono essere assimilati, per analogia, alla rappresentazione grafica del suono (“sonogramma”): Attack-Sustain-Decay (modo d’attacco del suono – modo di mantenimento della risonanza – modo di estinzione del suono). All’Attack corrisponde una parte estremamente ritmica, in “ostinato”, in cui il gioco principale è dato estremamente “volatile” ma anche “volubile”, questo movimento si potrebbe assimilare alle traiettorie impazzite di una rondine all’imbrunire. Al Sustain corrisponde, in maniera conseguente, una parte apparentemente statica in cui un lento glissando microtonale percorre lo spazio acustico dal registro grave verso l’estremo registro acuto in modo inesorabile e netto come se, al pari di una lama tagliente, aprisse nella partitura/cielo una ferita indolore, dolce direi, ma ineluttabile… “Come un taglio di Fontana…” è la didascalia che accompagna questa seconda sezione che si conclude in maniera inaspettata con un sussulto concitato dell’orchestra, un “urlo collettivo” dal quale fuoriesce il canto solitario del sax tenore che si spiega in una lunga cadenza. Al Decay corrisponde un terzo movimento a guisa di coda in cui si recuperano dinamismo e fisicità del suono ma, questa volta, in una prospettiva formale di progressiva sottrazione del materiale il quale trova il suo punto di riposo in un Si bemolle sovracuto del solista a cui segue, per contrapposizione drastica, un addio fatto di cascami di suono, abbozzi di figure appena soffiati nel registro grave”.»


 

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