IL SAXOFONO ITALIANO

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di Maestri, Eric

Trans

T El - 2018/19 - 14’ - Edizioni Suvini Zerboni

Dettagli opera

Trans per sassofono tenore ed elettronica op.32, opera cpmmissionata da l’Ensemble l’imaginaire e dedicata al suo saxofonista Philippe Koerper che l’ha eseguita per la prima volta a Strasbourgo, Francia, con Eric Maestri all’Elettronica.

Pezzo composto nello studio del compositore nel 2018/19. Il pezzo è commissionato da Philippe Koerper e ensemble l'imaginaire, presentato il 9 marzo 2019 da Philippe Koerper e il compositore alla Galerie Aedaen di Strasburgo.

 


Commento all'opera

«Tre idee abitano questo pezzo. L’idea della trasformazione che avviene durante l’ascolto nell’uditore e nel pre-ascolto che il compositore e l’interprete attuano, l’idea della trasformazione del suono e dell’intenzione interpretativa tramite il contatto tra lo strumento e l’elettronica, e quella che definisco come traccia esistenziale. Secondo quest’ultima idea la musica è una traccia di scelte musicali operate nel senso dell’ascolto – futuro – durante il concerto. La musica è allora una traccia di esse. La composizione è allora un atto di interpretazione personale e comune, fatta con l’interprete. Si tratta di aprire lo spazio creativo dell’esperienza e di sollecitarlo tramite il dialogo e il contatto tra scrittura, performance e ascolto. La scrittura mista, strumentale e elettronica, avanza tramite l’esplicitazione della parola e la realizzazione sonora. Quest’atto musicale attiva degli atti successivi, potenzialmente infiniti. L’elettronica è allora composta prima della parte strumentale. Dei crescendi e dei glissandi innaturali, così come dei cambiamenti di timbro e di registro progressivi, sono al centro di questa parte. Si tratta di creare delle sonorità lontane da quelle strumentali. Il saxofono si posiziona su questa sezione. La parte strumentale emerge progressivamente come un’interpretazione dell’elettronica. Attraverso il suono, l’interpretazione sollecita una trasformazione, un fare musicale che si fonda sull’ascolto. Si tratta di trovare i termini per indicare il contatto. Questi termini sono i suoni. Così l’elettronica è una traccia che sollecita lo strumentista. Questa traccia resta attiva sempre. La performance la riattiva per proseguire il lavoro di definizione progressiva che essa comporta». ESZ News 78

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«Tre idee abitano questo pezzo, l'idea della trasformazione dell'ascolto, del suono e dell'interpretazione, nel senso dell'esecuzione e della comprensione. La musica è strutturata come una traccia attiva. Le scelte musicali entrano in un cerchio di significati. La composizione è un atto di interpretazione. L'obiettivo è liberare l'immaginazione musicale. Per associazione di idee, partendo da suoni di vento e sintesi, li inserisco nel suono globale. Si tratta di aprire lo spazio creativo dell'esperienza e di sollecitarla attraverso il suono, le prestazioni, l'ascolto e la scrittura. In questo brano mescolo i suoni del sassofono, della sintesi e dell'ambiente (vento, parole, registrazioni di paesaggi notturni). L'elettronica espande questo spazio oltre ogni limite». ESZ News 79

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Da Eric Maestri: L’acte compositionnel comme écoute projective : le cas de Trans, pour saxophone ténor et électronique in «Hybrid. Revue des arts et médiations humaines» nel giugno 2019 per le Presses Universitaires de Vincennes.

«Dans cet article, je discute la notion d’« écoute projective ». À travers cette notion, je me propose de montrer que l’« acte compositionnel » est caractérisé par une forme d’écoute différée, projetée vers les écoutes possibles des auditeurs futurs ; il s’agit d’une écoute dédoublée qui intègre dans un seul acte l’instant de la composition et de sa réception. Composer peut signifier, en partie, imaginer l’écoute de l’autre ; penser les sons et les figures musicales dans une boucle de sens qui concerne l’idée compositionnelle et sa réception. Pour éclaircir cette notion, je me concentre sur trois aspects de ma pratique. Dans ma pièce Trans, pour saxophone ténor et électronique, j’ai tenté de mixer le son de l’instrument et de l’électronique en créant un environnement de travail qui me permettait d’écouter le mixage durant la composition. Cet environnement performatif m’a permis d’inclure l’interprète dans le processus d’écriture et de créer des textures sonores par des processus simples de dilatation temporelle. La projection vers l’autre, au centre de ce travail, concerne la performance aussi. La discussion de ces trois aspects montrera comment l’écoute de l’autre rentre en jeu durant la composition. Ainsi, je propose de penser l’« acte compositionnel » comme étant ouvert et substantiellement projeté vers le futur.»


 

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