IL SAXOFONO ITALIANO

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di Betta, Marco

Somalia

Cl S Vc Pf Perc - 2008

Dedicatario: Brutti, David


Dettagli opera

Parte del progetto multimediale “…canto per l’uomo…”, con la produzione di supporto musicale alle immagini e filmati di guerre degli ultimi 30 anni dell’operatore RAI Claudio Speranza a cura di Federico Paci, con il contributo di vari autori (Fausto Sebastiani Kosovo – Cecenia – Angola, Fabrizio Festa Bosnia, Enrico Cocco Croazia, Francesco Antonioni Israele – Palestina, Gabriele Bonolis Kuwait, Hans Peter Dott New York, Marco Betta Somalia, Silvia Colasanti Afghanistan).
Prima esecuzione il 18.2.2009, presso l’Auditorium Istituto “L. da Vinci” di Civitanova Marche, da parte di David Brutti – sassofono, Federico Paci – clarinetto, Michael Flaksman – violoncello, Giovanni Damiani – percussioni, Lorenzo Di Bella – pianoforte, Gabriele Bonolis – direttore.


Commento all'opera

«Gran parte delle immagini che ho filmato nel corso degli anni sono testimonianze dell’umana tragedia vissuta durante le carestie, colpi di Stato, rivoluzioni, stragi e guerre.
Sono sequenze lontane da principi politici, economici o religiosi, nate per mostrare le vicende del nostro tempo, non certo per esaltare il colore orrendo della guerra e della fame. Spesso vengono proposte al telespettatore immagini traumatiche che superano il limite consentito all’informazione. I media, oggi, sempre più attenti agli indici di ascolto, spesso dimenticano le conseguenze.
Per quello che mi riguarda ho sempre evitato di colpire visivamente con immagini crude e scioccanti i più deboli ed indifesi. Le più forti le ho lasciate nell’armadio. A volte sono stato costretto ad inserirle per dovere di cronaca e sempre per documentare verità che altrimenti sarebbero rimaste oscurate. Le immagini più significative mostrano le Twin Towers tre giorni dopo l’attentato, il Kosovo con l’esodo in massa di un popolo di disperati, la carestia e la fame con migliaia di vittime in Angola, la Sarajevo assediata, la Mostar divisa, Bihac isolata, Srebenica agonizzante, le fosse comuni di Zvornik e l’Intifada in Palestina. Solo per citare gli avvenimenti di rilievo di questi ultimi anni. Dal conflitto del Golfo Persico nel 1991, assistiamo alla “guerra-spettacolo”. I telespettatori vivono minuto per minuto la strategia di guerra. Hanno la sensazione di essere trascinati dalle bombe che fanno centro sui bersagli. I commenti ai servizi filmati che accompagnano la distruzione di caserme, di palazzi del potere, piuttosto che di un intero quartiere, spesso usano toni trionfalistici. Gli anchormen si prodigano per mostrare bombe che cadono a raffica “in diretta” intorno all’albergo che li ospita. A mio avviso il reportage di guerra è un’altra cosa: è produrre notizie tra i soldati e la gente disperata. È soffrire con loro. La Stampa deve essere sempre a fianco dei soldati durante i combattimenti. L’espulsione di un Giornalista, Fotografo o Cinereporter dal campo di battaglia, significa annullare il rapporto diretto con la realtà. Spesso vengono tagliate intere sequenze filmate molto significative allo scopo di accorciare il tempo del servizio per lasciare spazio all’anchorman. I dati parlano chiaramente: negli ultimi 10 anni sono morti in guerra 428 addetti all’informazione.
È la documentazione del forte legame tra chi vuole notizie e chi cerca di vedere da vicino per raccontare. Giornalismo investigativo e di testimonianza per fare informazione, non solo spettacolo. Il sonoro originale, fatto di esplosioni, di rabbia e di pianto, per una sera ha lasciato il posto alla creatività di insigni compositori. L’itinerario di umano dolore non poteva avere un contributo migliore di quello della poesia e della speranza che solo la musica riesce a restituire all’uomo.» (Claudio Speranza)
«Il Progetto multimediale “…canto per l’uomo…” ha come scopo la realizzazione di uno “spettacolo” fuori dai canoni classici che rappresenti un momento di unione di varie forme artistiche ma al tempo stesso un momento di riflessione attraverso le immagini che un testimone oculare (Claudio Speranza – inviato RAI) ha realizzato nel corso della sua attività nei “teatri” di guerra.
Da sempre l’arte è stata al servizio della società facendosi portatrice dei sentimenti più intimi della gente e interpretando tutto ciò che la società nel bene e nel male propone.
Il progetto “…canto per l’uomo…” vedrà la proiezione di cortometraggi di guerre ognuno dei quali incentrato su una tematica (il ruolo delle donne, i bambini-soldato, le citt&


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