IL SAXOFONO ITALIANO

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di Rota, Nino

Napoli milionaria

Soli & Coro O.+ 2A B - 1973/77 - 120' - Edizioni Suvini Zerboni

Dettagli opera

Dramma lirico in tre atti di Eduardo de Filippo basato sulla sua omonima commedia.

Prima esecuzione assoluta il 22. giugno 1977 a Spoleto, Teatro Caio Melisso, 20° Festival dei due mondi, (I) · Regia: Bruno Bartoletti · Produzione: Eduardo de Filippo · Costumi: Bruno Garofalo · Scenografia: Bruno Garofalo.

Organico: 3 (3. anche Picc.) · 2 · Engl. horn · 3 (2. anche Altsax., 3. auch Bassklar., Altsax. u. Baritonsax.) · 3 (3. auch Kfg.) - 4 · 3 · 3 · 1 - PS (Glsp. · Xyl. · Cel. · Tr. · Beck. · hg. Beck. · Tamt. · Tamb. · gr. Tr. · Clav. · Holzbl. · Drumset "Jazz") (4 esec.) - 2 Chit. · 3 mand. (3. ad lib.) · Arpa · Acq. -Archi. Sul palco: Klar. · Chit. · Mand. · Vl.

Personaggi: Gennaro Iovine · Basso-Baritone, Amalia sua moglie · Sopran, Maria Rosaria figlia · Sopran, Amedeo figlio · Tenore, Errico "Settebellizze" · Tenore, Peppe o'cricco · Basso-Bariton, Riccardo Spasiano ragoniere · Basso, O' miezzo Prevete · Bariton, Pascalino "o pittore" · Tenor, Il Brigadiere Ciappa · Bariton, Peter sergente americano · Bariton,  Adelaide Schiano · Mezzosopran, Assunta sua nipote · Mezzosopran, Donna Peppenella · Mezzosopran, Donna Vinzenza (voce interna ) · Sopran, Rituccia l'ultima figlia di Gennaro (7 anni) · ruolo parlante, Una donna del popolo · ruolo parlante, Il maresciallo · ruolo parlante, Una guardia · Tenor, Abitanti del vicolo, folla e sellers, "Segnorine", Soldati americani, Popolo · Coro (SATB).


Commento all'opera

«La collaborazione tra Eduardo De Filippo e Nino Rota generò un’opera più cupa e amara sia della commedia originaria, sia della sua realizzazione cinematografica: le variazioni apportate nella drammaturgia dallo stesso Eduardo segnalano una disillusione dovuta al rendersi conto del degrado di valori in seguito alla guerra e allo scivolare verso il basso della dignità umana.» (http://www.teatrodelgiglio.it/)

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«Nel periodo in cui fu scritto il dramma – la prima rappresentazione ebbe luogo a Napoli nel marzo 1945 – de Filippo era considerato uno dei massimi rappresentanti del neorealismo italiano. Le sue opere presentano un'illustrazione spesso cupa della vita quotidiana italiana sotto i fascisti, i nazisti e le lotte contro gli orrori della guerra. La cellula germinale della resistenza e allo stesso tempo il ricettacolo di antiche tradizioni è sempre la famiglia. La famiglia è però minacciata dalla guerra, dai combattimenti e dalla nuova era che sorge dopo la liberazione su una popolazione che non ha ancora imparato a farvi fronte – come in Napoli Milionaria , che rappresenta la caduta di una famiglia che nonostante sia sopravvissuta alla guerra è diventata profondamente insicura e alla fine viene distrutto dalla "nuova era" successiva alla liberazione.
Per l'opera composta trent'anni dopo il dramma di de Filippo, Nino Rota ha creato una partitura con reminiscenze del verismo italiano, sottolineando il pathos neorealistico della trama di de Filippo attraverso una ricca orchestrazione e linee vocali cantabili.»

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«L'opera composta da Nino Rota è tratta dall'omonima commedia scritta da Eduardo De Filippo e messa in scena per la prima volta il 15 marzo 1945 al Teatro San Carlo a Napoli. Nel 1950 venne girato anche un film con la regia dello stesso Eduardo De Filippo, che contribuì alla sceneggiatura e al cast cinematografico, basato sullo stesso soggetto della commedia. Successivamente, su richiesta di Eduardo, Rota comincerà a lavorare alla trasposizione per il teatro lirico nel 1973 per portarla a termine nel 1977, anno della messa in scena al Festival dei Due Mondi di Spoleto con la regia dello stesso Eduardo e la direzione musicale di Bruno Bartoletti. Grande fu il successo di pubblico ma non di critica. Fu un attacco frontale quello che la critica filoavanguardista e ideologizzata mosse a Rota, al quale in sostanza si contestava di essere un musicista reazionario ma in realtà non gli si perdonava la totale indipendenza intellettuale e creativa. A causa di questo atteggiamento l'opera per più di 30 anni è rimasta fuori dalle scene ma nel 2010 il Festival della Valle d'Itria di Martina Franca ha deciso di proporla in prima ripresa mondiale. Posti tutti esauriti per le due repliche in cartellone e un pubblico eterogeneo in delirio, a dimostrazione della persistente attualità e forza magnetica della musica di Rota. La critica ha anch'essa in larghissima parte mostrato un atteggiamento favorevole, grazie anche al superamento di certi pregiudizi, vinti a seguito di un atteggiamento di maggiore onestà intellettuale e di una sempre maggiore conoscenza della vastissima sapienza compositiva di Nino Rota. Nell'estate 2011 la produzione pugliese è stata ripresa con grande successo anche dal Teatro Lirico di Cagliari.

La vicenda è ambientata a Napoli nel 1942 tra la fine del secondo anno di guerra e lo sbarco degli Alleati. Protagonista è la famiglia Jovine: Gennaro, ferroviere, sua moglie Amalia e i loro tre figli, Amedeo, Maria Rosaria e Rituccia. Per sopravvivere nell'umile «basso», Amalia improvvisa uno spaccio clandestino dove gli abitanti del vicolo si recano per procurarsi di contrabbando beni di prima necessità e anche voluttuari. Gennaro, pur essendo contrario a questo commercio illegale, finisce per accettarlo, angosciato com'è dalle difficoltà economiche della famiglia. Un giorno, sorpreso da un rastrellamento tedesco, viene arrestato e deportato. Durante la sua prigionia la famiglia non solo continua ad «arrangiarsi», ma senza più gli scrupoli morali del capofamiglia, finisce per arricchirsi con la borsa nera, i furti e i traffici equivoci. Quando Gennaro ritorna, lacero e distrutto dalla prigionia, trova un ambiente familiare irriconoscibile. Mentre la commedia offre un finale lieto con la famosa frase di speranza di Gennaro "Adda passa' a nuttata', nella Napoli Milionaria musicale il pessimismo di Eduardo - dettato dal clima storico degli anni '70 - appare in tutta la sua irriducibilità con la morte di Amedeo, figlio di Gennaro e Amalia datosi alla malavita e ucciso dalla polizia. Diversa anche la figura di Amalia, che nell'opera tradisce realmente il marito assente, a simboleggiare il degrado dei valori della famiglia in tutti i suoi aspetti.» NinoRotaMusic-su YT


 

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