IL SAXOFONO ITALIANO

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di D'Amico, Matteo

Lavinia fuggita

Voci & O.c+ Sx - 2004 - 55'

Dettagli opera

Opera da camera per voci e strumenti (flauto, oboe, clarinetto (clarinetto basso), sassofono, corno, chitarra, percussioni, 2 violini, , viola, violoncello, contrabbasso) su testi di Sandro Cappelletto tratto dal racconto omonimo di Anna Banti.
Prima il 12.12.2004 presso il Teatro Comunale di Modena da parte dell’ Orchestra da Camera del Teatro Comunale di Modena diretta da Aldo Sisillo.


Commento all'opera

«L'azione di Lavinia fuggita si svolge a Venezia, nel 1730. Orsola e Zanetta, due giovani spose, un tempo convittrici all'Ospedale della Pietà, ricordano la loro amicizia con Lavinia. Misteriosa ragazza davvero, abbandonata in quel luogo da chi non si sa, ma si diceva che quel giorno una nave d'oriente, con vele dai meravigliosi colori, avesse lasciato il porto di Venezia. E un brandello di tela dello stesso colore avvolgeva il corpo della piccola.
Com'era venuta , così scomparve, mai più ritrovata dopo quella gita, quella festa delle ragazze in un giardino di nobili alle Zattere: eppure, suore e badessa, conoscendone il carattere scontroso e bizzarro, non l'avevano persa di vista un istante e poi dappertutto l'avevano cercata.
Com'era musicale, Lavinia. Perfino don Antonio, il maestro Vivaldi che insegnava musica a quelle trovatelle, rimaneva stupito del suo talento. Avesse saputo la verità, il prete rosso! Perché non soltanto lei cantava e suonava, ma scriveva musica, e con un gesto di spudorata libertà aveva osato contraffare una partitura del sommo compositore lasciata incustodita. Loro avevano tenuto il segreto, lui non se n'era accorto, ma durante il concerto alle Zattere l’inganno era venuto fuori. Come un cimelio prezioso, Orsola e Zanetta conservano quel quaderno di Cantate salvato dalle perquisizioni dopo la fuga dell'amica e immaginano quali altri orizzonti, paesaggi, sfide starà ore attraversando Lavinia, diventata l'idea stessa, e il rimpianto, di una libertà possibile. E si sentono tradite, da lei che le ha lasciate, che non riescono a dimenticare. Ma lì, non c'era più posto per lei: Lavinia aveva infranto la regola dell'anonimato: figlia di nessuno, aveva voluto diventare una compositrice, irridendo l'autorità e il magistero di Antonio Vivaldi.
Come Lavinia, la musica accetta il gioco ambiguo della citazione e del tradimento, più propensa, forse, a quest'ultimo, a cercare intensamente una propria libertà, a spaziare in universi sonori sconosciuti e lontani. Suoni dell'Oriente, suoni antichi della tradizione, suoni nuovi, da esplorare: tutto prende vita e forma in funzione di una tensione drammaturgica che segna la via verso la conquista di una libertà tutta propria. La via percorsa da Lavinia.
SCENA PRIMA (estratto)
LA PIETÀ
PRIORA
Desbrigheve, xe tardi - Sé pronte, pute? - Corè, movève, fé presto
CORO FEMMINILE
(ridenti, una sull’altra, scherzose, eccitate: una pioggerella di ormoni)
Ohe, voga, voga bel fio, vien, voga - Chje rissi ch’el ga - Mori come gli oci - I xe in tre - Tre d’amòr - Tasi, mata - Xe iu? Dasseno! - Varda, el par un sol! Iseppo! - Dame lo specio - Vardighe gli oci. Neri, che grandi - Quante barche? Tre. Risso come ti - Fati uno par l’altra!
PRIORA
(la sua voce esce dal coro, con energia; sembra contare le sue ‘pute’)
Orsola, Martina, Zanetta, Angelica, Tòdara, Ignazia!… manca una! Cerchéla!
(con irritazione)
Cerchéla! No' cambia mai.
CORO
Paròna, rivemo – Lavinia, l’avè vista? – Bate le diexe, dai! – In camara no. In ciesa? No. Sarà a far musica, studia sempre! Cercala!
CORO
(tutte cercano Lavinia)
Lavinia, Lavinia, Lavinia, xe ora, dài, basta studiar – Lavinia vien so, xe ora. Che susto, che boria, che mutria, sempre compagna! Sempre invarigola! Vien fora, le barche ne speta, coi fioi! Ti manchi solo ti, no far dispeti! Orsola, va in giro, cércala, varda dapertuto, ciamala, Orsola vai!, ciamia, prova de novo, dai! Lavinia, Lavinia, Lavinia!»Dal Sito dell’Autore.


 

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