Brano didattico di musica d’insieme per ensemble.
La partitura acclusa indica per Strumento in Do 1, 2, 3 e 4, Strumento in Sib, Strumento in Do 5, 6, 7, 8 e 9, Percussioni.

«Questo brano è basato sulla scala pentafonica anemitonica tipica di alcune culture dell’estremo oriente. La scelta di utilizzare scale appartenenti a culture “altre” è dovuta sostanzialmente a due ragioni: una di carattere interdisciplinare e l’altra di carattere interculturale. Dovendo scrivere dei brani per le classi terze, sono partito dalla possibilità di presentarli in un progetto interdisciplinare con lo studio della geografia dei paesi extraeuropei; e vivendo ormai in una società fortemente multietnica, ho pensato di fornire esempi musicali in cui fossero presenti linguaggi appartenenti ad altre aree geografiche e culturali. Dopo essere stata enunciata dai vari strumenti all’unisono la melodia principale si snoda, a partire da batt. 13, su un tappeto di ostinati ritmico - melodici. Il titolo vuol essere una sorta di descrizione del brano: la melodia principale è il personaggio più importante,l’imperatore, attorniato dai vari personaggi della corte che lo seguono in una specie di processione (il senso del movimento del corteo è dovuto al moto ripetitivo e insistito degli ostinati); la pausa improvvisa di quasi tutti gli strumenti a batt. 19 lascia la melodia sola, quasi come se fosse un banditore che annuncia l’arrivo dell’imperatore: subito dopo infatti il corteo riprende e immediatamente si arresta, è arrivato a destinazione. Da batt. 22 inizia un canone ritmico, ed ogni voce che entra parte da una nota diversa della scala, fino a stratificare 5 voci che completano così l’armonia pentafonica derivata: questo episodio vuol essere un po’ l’imitazione di “fanfare” che festeggiano l’arrivo del personaggio importante; dopo un dialogo fra i vari strumenti (batt. 44 segg.) la corte riprende il suo procedere introdotta dal tamburo, che con un nuovo ostinato si aggiunge al movimento generale fino alla fine del brano. Di questo brano sono state approntate due versioni.»