IL SAXOFONO ITALIANO

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Viozzi Giulio

  1. Nato il 05/07/1912 a Trieste
  2. Morto il 29/11/1984 a Verona

Note biografiche

Compositore, Pianista, Direttore d'orchestra e Critico musicale, Giulio Weutz, italianizzato in Viozzi, fu allievo di M.Wuhrer, Antonio Illersberg e Giuseppe Martucci, e si diplomò nel 1931 in Pianoforte e nel 1937 in Composizione presso il Conservatorio di Musica della sua città natale.
Impegnatosi brevemente nella carriera concertistica, nel 1936 vinse a Roma la Rassegna Nazionale Giovani Concertisti.
Fino al 1950 era conosciuto principalmente per alcune musiche cameristiche ma nel 1951 Luigi Toffolo diresse in prima assoluta al Teatro Verdi di Trieste un suo poema sinfonico, “Il Castello di Duino”, accolta con successo. Da quel momento la sua produzione si fece sempre più fine ed accurata quindi diffusa ed apprezzata (nel 1952 “Punta Salvore”, nel 1953 l'”Ouverture carsica” viene eseguita al Festival internazionale di Venezia, nel 1955 Lorin Maazel presenta al Teatro alla Scala di Milano il suo “Ditirambo”, nel 1962 “Leggenda”, “Musica dei ginepri” e Musica per Italo Svevo”). Lentamente il carattere descrittivo della sua musica cedette il passo però a una realtà fine a sé stessa radicata nella pratica del contrappunto (“Contrasti” del 1964, “Discorso del vento” del 1968) e i titoli che appaiono nel suo catalogo non richiamano più temi di natura letteraria o paesistica, ma divengono semplicemente concerti solistici.
In campo teatrale fuggì ai rischi di una ripresa del verismo, preferendo soggetti grotteschi e surreali: “Allamistakeo” (1954), ispirata a un racconto di Edgar Allan Poe, venne salutata subito come un lavoro rappresentativo dell'opera in musica di quegli anni; “Un intervento notturno” (1957), presentata con poco successo a Trieste, venne ripresa alla radio di San Francisco e di New Orleans e al Teatro Liceo di Barcellona; “Il sasso pagano” (Trieste, 1962), opera in tre atti di soggetto tragico, accolta subito con vivo successo; l'atto unico “La giacca dannata”, ispirata alla novella di Dino Buzzati; “Elisabetta” (Trieste, 1971), sua ultima opera lirica, basata sul celebre racconto di Guy de Maupassant, Boule de Suif.
Ridotta la produzione durante gli anni settanta e ottanta, anche se decisamente di rilento: “Concerto per oboe e archi” (1974), la “Missa Sanctae Euphemiae” (1980), la “Ballata carsica” (1982). Di un certo interesse è anche la produzione corale con interessanti elaborazioni del canto popolare soprattutto per coro misto.
Nella Musica da camera è da segnalare la sua predilezione verso un repertorio per Archi e Pianoforte che si distribuisce dal 1933 al 1983.
A partire dal 1939 assunse l’incarico di docente di Armonia complementare presso il Liceo musicale Giuseppe Tartini di Trieste ma, nel settembre del 1943, fu imprigionato da tedeschi per non aver voluto aderire alla Repubblica di Salò, solo successivamente potè riprendere l'insegnamento al liceo musicale, dove ottenne l'incarico anche per la Storia della musica e le Esercitazioni corali. Nel 1956 assunse la cattedra di Composizione nello stesso liceo, divenuto nel frattempo Conservatorio statale, cattedra che mantenne fino al 1976 (suoi allievi furono musicisti come Antonio Bibalo, Carlo de Incontrera, Daniele Zanettovich, Fabio Nieder).

 


Altre note

-- Tecnicamente la sua musica si ricollega alle correnti novecentiste più reazionarie, strettamente legate al sistema tonale o al massimo ad un certo gusto armonico vicino all'impressionismo; le tecniche più evolute (dodecafonia, strutturalismo, postserialismo) vennero sempre da lui guardate con estremo sospetto.
Il suo linguaggio musicale può essere classificato in un'area a metà strada tra il Novecento storico, memore della lezione di Leoš Janácek, Sergei Prokofiev, Maurice Ravel, Igor Stravinskij e delle suggestioni della musica popolare, spesso di origine balcanica, con un senso ritmico che ricorda in certi casi quello di Bela Bartok; la tavolozza orchestrale e la facile e fluente vena melodica non gli fecero mancare il consenso del pubblico.
-- Presso il Civico Museo Teatrale Carlo Schmidl, tra i fondi musicali novecenteschi più significativi, figura il Fondo Viozzi, comprendente l’opera omnia (manoscritti ed edizioni) del compositore triestino. Piazza Unità d'Italia 4 - 34121 Trieste - 040 6754850

 


Opere

Arioso e burlesca A Pf - 1968


 
Locandina evento Secondo Concorso de il Saxofono Italiano
Seminario - Mille modi di dire sax
Secondo concorso del Saxofono Classico
Il primo concorso del Saxofono Classico
 

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