Alexandre Casaccia è un compositore italiano apprezzato per la sua scrittura “ricca di sfumature”, “lirica” e “intellettualmente stimolante”.
Cresciuto in una famiglia di musicisti, si avvicina alla musica fin da giovanissimo tenendo il suo primo recital all’età di sei anni e iniziando a comporre nell’adolescenza. Dopo aver concluso gli studi pianistici, si dedica alla composizione affrontando lo studio dell’armonia e del contrappunto al conservatorio di Milano sotto la guida di Paolo Arcà. Approfondisce quindi la scrittura contemporanea seguendo masterclass con Alessandro Solbiati, Frédéric Durieux e Anton Safronov.
Nel 2024, si laurea con il massimo dei voti presso il conservatorio statale “Luca Marenzio” di Brescia sotto le guide di Paolo Ugoletti e Federico Biscione. La sua tesi di laurea esplora l’Eredità formale del Settecento nella musica cameristica contemporanea, riflettendo un impegno a ridefinire il rapporto della musica di oggi con il passato. È inoltre laureato in Storia e relazioni internazionali presso la London School of Economics (LSE).
Già segnalato in concorsi internazionali, con tre commissioni ricevute in meno di un anno ed esecuzioni in Italia e negli Stati Uniti, il suo percorso si distingue per slancio e chiarezza d’intenti.
Dal 2024, la sua musica è regolarmente eseguita da solisti di caratura nazionale e internazionale, tra cui Francesca Fantini, Claudio Sanna, Mario Scucces, Alessandro Zanotti, Alessandro Fortuna, Giulia Magarelli, Daniele Del Deo, Angelo Cavallo, Alessio Brontesi, e sotto la direzione di Leonardo Perico e Federico Biscione.
Oltre all’attività compositiva, si dedica con impegno all’insegnamento e alla ricerca ed ha tenuto numerosi seminari e conferenze sull’intersezione tra musica contemporanea e storia culturale. È autore del volume “Da Palestrina a Bach: trattato di contrappunto” (2023), e di numerosi articoli scientifici di teoria musicale, storia, ed estetica.
08/2025
Eclettico per inclinazione e per linguaggio, spazia dalla musica elettroacustica a quella orchestrale e da camera, rifiutando ogni appartenenza di scuola. Al centro della sua poetica si colloca l’idea che il canto costituisca una costante antropologica, e che le altezze, in particolare nel loro sviluppo lineare, siano il tassello fondamentale della
struttura musicale. Le sue opere mirano a restituire alla musica contemporanea la forza evocativa del canto, creando un ponte tra memoria storica e sperimentazione in un processo di “deformazione mnemonica”.
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In un’epoca in cui la musica è spesso frammentata e auto-referenziale, Casaccia offre una “voce alla volta sincera e formalmente raffinata”, “al contempo rigorosa e generosa”. La sua musica ci ricorda che in un’era di velocità e di rumore, è ancora possibile ascoltare attentamente—noi stessi, la nostra storia e il misterioso potere del suono.
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